Massimo Troisi a vent’anni dal suo addio.


4 Giugno 2014 una data da ricordare: esattamente venti anni fa ci lasciava un grande regista e soprattutto un grande attore come Massimo Troisi. Ricordato da tutti per il suo spiccato umorismo, tanto è vero che fu l’esponente della nuova comicità napoletana. Egli, infatti, attraverso “La smorfia”, ovvero il nominativo del suo gruppo teatrale costituito anche dai suoi amici d’infanzia Lello Arena e Vincenzo Decaro, volle sia far divertire la gente attraverso brillanti sketch, che farla riflettere parlando in modo non del tutto equivoco delle problematiche legate alla Napoli di un tempo, afflitta da disoccupazione, morti infantili dovute a vari virus e carenza di acqua.

Massimo Troisi e Roberto Benigni


Troisi però oltre ad avere un lato comico era noto per la sua timidezza, un difetto (o un pregio per alcuni) che ritroveremo in molti dei suoi film come “Ricomincio da tre” il quale lo fece debuttare nel mondo del cinema e gli conferì ben tre Nastri D’Argento per il miglior regista e attore esordiente, e altri due David Di Donatello come miglior film e attore. Ma il successo vero, cioè quello riconosciuto dal popolo, lo ebbe con “Non ci resta che piangere” accompagnato dallo straordinario attore italiano Roberto Benigni, i quali favorirono con la loro unione, nonostante gli usi,  i modi ed i costumi ben diversi fra loro, essendo uno di origine Napoletana e l’altro di origine Fiorentina, una commedia con i controfiocchi che colpì il cuore delle persone, facendo salire in modo esorbitante gli incassi al botteghino.

Ricomincio da tre

La critica invece non fu dello stesso parere, sprezzante della superficialità del film. Massimo Troisi aveva pochi amori nella sua vita, ma una delle cose che amava di più fare era scrivere poesie, sosteneva che era l’unico modo per affrontare e talvolta sconfiggere la sua innata timidezza. Ricordiamo una delle sue poesie più famose:

ANCHE IL RIMPIANTO
Io sciupai il tuo candido seno di giovane madre, di donna piacente
Rubai allo specchio la tua bellezza
E nelle tue mani sempre più vecchie, fotografie.
I discorsi di mio padre li ho imparati a memoria.
Fosse per lui crederei ancora ai libri di storia.
Con te devo rincontrarmi in un fiume nero
E tra fiori e marmi ritorna il rimpianto.
La guerra ti tolse dalle labbra il sorriso
Io cancellai anche quel po’ di rossetto.
Ti vedevo gigante, poi un rivolo di saliva all’ angolo della bocca.
E ti vidi bambina, ti vidi morire e tra fiori e marmi
Tra un pugno e un bacio, tra la strada e il mio portone
Tra un ricordo e un giorno nero
Torna e vive anche il rimpianto.
(Massimo Troisi)

Questa meravigliosa poesia fu resa pubblica dal suo amico Enzo Decaro che custodì gelosamente l’originale, composta circa negli anni Ottanta e che donò poi alla sorella, Rosaria Troisi.

Scusate il ritardo

Questa meravigliosa poesia ricorda molto lo stile “Pasoliniano”, autore che ricevette molte lodi dal nostro caro attore.
Troisi possiamo ben inquadrarlo fra gli ultimi neorealisti della commedia Italiana, ovvero quella corrente cinematografica italiana che indica il periodo in cui furono prodotte nel mondo del cinema commedie al dir poco brillanti, non a caso il nostro amato Troisi venne paragonato sia a Totò che a Eduardo de Filippo anche non meritando secondo lui il paragone, non per modestia ma per inettitudine in confronto a tali geni del palcoscenico.

Il postino

L’ultimo film che lo incoronò attore di fama mondiale e che ricordiamo tutti con amore è stato “Il postino” tratto dal romanzo di Pablo Neruda, film che stava molto “a cuore” a Troisi e che lo vide spegnersi proprio per un improvviso attacco cardiaco solo dodici ore dopo la fine delle riprese del film. Avrebbe potuto salvarsi, si dice, operandosi prima e posticipando le riprese del film, ma l’attore in un certo qual senso teneva più alla sua passione che alla sua stessa vita donando il suo cuore a qualcosa che per lui era di vitale importanza ovvero la recitazione. Ora sono ben vent’anni che sentiamo la sua mancanza, perché di uomini e di attori come lui il mondo ben pochi ne ha visti.

Sara Donfrancesco