I Kasabian amano suonare In Italia. Questo è evidente, non solo perché espongono in bella vista sul palco il tricolore, non solo perché le date italiane dei loro tour sono sempre in quantità generosa rispetto agli altri paesi, ma anche perché la chitarra, voce, e di fatto la mente del gruppo, cioè Sergio Pizzorno, è nato nella contea del Devon ma, com’è evidente dal nome, ha origini italiane: il nonno paterno di Sergio infatti si trasferì da Genova a Leicester, e qualche parola in lingua italiana la sa dire.
I fan italiani, a loro volta, ricambiano fragorosamente l’amore di Sergio acclamandolo a gran voce, e lì accanto Tom Meighan non manca mai nello sganasciarsi dalle risate per la perfetta pronuncia del nome (sicuramente ben diversa da quella inglese!).
Ore 20.30: l’Arena Alpe Adria di Lignano, piccola ma suggestiva, si riempie sempre più. Fa davvero caldo, ma c’è molta ombra, un leggero venticello e in lontananza si vede, dietro al palco, un bel tramonto. A scaldare i fan e dare inizio alla serata è Lilian More, cantante milanese classe ’94, che, emozionata, regala un assaggio del suo repertorio pop-rock.
Alle 21.30, puntuali, arrivano i Kasabian preceduti prima dall’intro di Walt Disney Pictures e poi dalla fanfara della 20th Century Fox. Tom Meighan esordisce come un vero leader, il palco è suo: occhiali da sole, giubbottino di pelle bianco e grinta da vendere, voce forte, a suo agio in maniera evidente. Anche Chris Edwards (basso), Ian Matthews (batteria), Ben Kealey (tastiera, sintetizzatore) e Tim Carter (chitarra) non sbagliano un colpo, instancabili. Lo sfondo del palco si colora di goccioline blu quando le canzoni provengono dall’ultimo album, For Crying Out Loud (2017), come il brano che apre il concerto: III Ray (The King); si accendono invece i fari rosa shocking quando le canzoni che fanno ballare e saltare il pubblico sono tratte da 48:13 (2014).
Gli abbracci fra Tom e Sergio sono una costante, l’amore fraterno è nell’aria! Infatti Pizzorno si rivolge a lui dicendo “mio fratello” e mentre suonano e cantano l’intesa fra i due è alle stelle.
Il contatto con il pubblico è d’importanza fondamentale per il frontman, che invita a tenere in alto le mani e a saltare, sia chi sta sotto il palco sia chi si trova sulla gradinata; addirittura, durante Treat, Sergio scende dal palco e canta a pochi centimetri dai fan nelle prime file, lasciandosi vedere da vicino e sfiorare. A un fan che gli lancia sul palco la sua maglietta sudata, risponde “grazie, la terrò per tutta la vita”. Il momento più coinvolgente per il pubblico è quello dell’ultimo brano, in cui tutti vengono invitati ad accovacciarsi, per poi saltare su tutti insieme durante il ritornello di Fire! I saluti finali sono da spettacolo teatrale: tutti i 6 presenti sul palco si abbracciano (di nuovo), si inchinano e si siedono assieme vicini.
A seguire la setlist completa della serata:
Ill Ray (The King)
Underdog
The Ecstasy of Gold (Ennio Morricone cover)
Days Are Forgotten
Eez-Eh
You’re in Love With a Psycho
Wasted
Man of Simple Pleasures
Club Foot
Re‐Wired
Treat
Bless This Acid House
Stevie
L.S.F. (Lost Souls Forever)
Encore:
Goodbye Kiss (acustic)
Comeback Kid
Vlad the Impaler
Fire
Le migliori dal vivo? Immaginando un podio, io metterei al 1° posto Vlad the Impaler, seguita da Days Are Forgotten e Club Foot (difficile scegliere, però!).
Giulia Ambrosini @ InAsherah Art
Ringrazio Sara e Alice Basaldella per le foto.