Diana Scherer, la tessitrice di radici.

Diana Scherer, Interwoven

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una tempesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mai amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento.

(Alda Merini)

È noto ormai che le piante possiedono una intelligenza. L’informazione è stata “ufficializzata” con la pubblicazione di The Power of Movement in Plants di Charles Darwin sul finire del 1800.

Nell’ultimo paragrafo del libro in questione leggiamo:

È appena esagerato il dire che la punta radicolare così dotata e che possiede il potere di dirigere le parti vicine, agisce come il cervello di un animale inferiore; quest’organo infatti, posto alla parte anteriore del corpo, riceve le impressioni degli organi dei sensi e dirige i diversi movimenti.

Diana Scherer, Interwoven – particolare

Da allora gli studi sono proseguiti, non ultimo mi piace citare il professor Stefano Mancuso i cui studi vi invito ad approfondire.

Oggi sappiamo che l’apice radicale è più intelligente di quanto Darwin pensasse, essendo in grado di riconoscere diversi parametri chimico-fisici derivanti dall’ambiente.

Gli studi sono sbalorditivi e altrettanta meraviglia ha suscitato in me la scoperta che esiste la possibilità di vedere applicate tali scoperte.

La possibilità ci viene non dalla scienza ma dall’arte.

L’artista tedesca Diana Scherer ispirata proprio dal libro di Darwin, nel 2012 ha intrapreso un percorso di ricerca che l’ha portata a sviluppare un sistema di comunicazione tra l’uomo e la pianta, o meglio, le sue radici.

Coadiuvata da un gruppo di biologi ed ecologi dell’università di Radboud, l’artista ha condotto degli esperimenti atti a guidare le radici delle piante nella loro crescita. Attraverso dei template sotterranei ha creato come dei percorsi che le radici hanno seguito. Completa l’opera la regolazione della densità dei semi piantati e la differenziazione della pianta utilizzata per ottenere delle texture sempre differenti.

Diana Scherer, Interwoven – Particolare

Sono nati così Nurture Studies (2012) e Interwoven (2014)

Le opere inducono alla pura meraviglia, assomigliano ai cerchi nel grano, per certi versi.

Le decorazioni ottenute sono prese sempre dal mondo vegetale, sono strutture molecolari o rappresentano piante e fiori, ricordano i motivi arabeschi e gli ornamenti gotici ma l’artista sta studiando nuovi modi di applicare l’intelligenza delle piante al suo lavoro.

La Scherer è come una moderna Penelope che tesse pazientemente, la ricerca è il suo telaio. Il percorso è lungo, fatto di giorni di conquiste e notti di disfatte ma continua pazientemente, amorevolmente a tessere e tessere è prendere parte all’atto creativo del cosmo, diventare cosmo e capirne e trasmetterne l’unità.

Le opere di Interwoven, in particolare, sono come l’ago dell’artista che punge lo spettatore e attraverso tale puntura sentiamo tutta l’energia dell’universo risvegliarci dal torpore di un percorso fuori natura.

Concludo con l’invito ad approfondire visitando il sito di Diana Scherer.

 

Lucia Lo Cascio