Il titolo “Il Settimo Sigillo” deriva dall’Apocalisse di Giovanni, in cui il settimo sigillo segna il momento in cui si fa silenzio in cielo, una pausa drammatica prima dell’inizio del giudizio universale. Questa atmosfera apocalittica permea tutto il film, creando un senso di urgenza e di incombente fatalità.
La trama segue il cavaliere medievale Antonius Block e il suo scudiero Jöns, che ritornano in Svezia dopo aver combattuto nelle Crociate, solo per trovare il loro paese devastato dalla peste e dalla paura della fine dei tempi. Block è un uomo in crisi di fede, tormentato da dubbi esistenziali e dalla paura della morte. Incontra la Morte in persona su una spiaggia desolata e la sfida a una partita a scacchi, sperando di guadagnare tempo e trovare risposte alle sue domande angoscianti.
Block rappresenta l’uomo in crisi, che cerca disperatamente di trovare un barlume di certezza in un mondo oscuro e caotico. La sua interazione con gli altri personaggi rivela le diverse facce dell’umanità e le varie risposte possibili di fronte all’angoscia esistenziale. La Morte, figure centrale del film, incarna l’ineluttabilità del destino, presentandosi come una forza impassibile e inevitabile, ma anche come un essere stanco e disilluso, forse riflettendo il senso di stanchezza e rassegnazione di Bergman stesso nei confronti della vita e della morte.
Jöns, lo scudiero di Block, rappresenta il cinismo e lo scetticismo, un uomo che ha perso ogni fede e che guarda alla vita con disprezzo e ironia. La sua visione del mondo è cruda e disincantata, eppure in lui troviamo anche momenti di compassione e di umanità, come quando salva la giovane fanciulla accusata di stregoneria.
La coppia di attori ambulanti, Jof e Mia, portano invece una ventata di speranza e di leggerezza nel film. La loro vita semplice e gioiosa, il loro amore l’uno per l’altra e per il loro bambino, rappresentano una risposta diversa alla crisi esistenziale, trovando significato e bellezza nelle piccole gioie quotidiane, nonostante le minacce esterne.
Il pittore che dipinge l’affresco della Danza della Morte, riflette l’ossessione umana per la morte e il macabro, ma anche la capacità dell’arte di mettere in discussione e di esorcizzare le nostre paure più profonde.
Il film esplora il bisogno umano di trovare un senso e una direzione in un mondo caotico e apparentemente indifferente. Block cerca disperatamente di trovare una prova dell’esistenza di Dio e di un proposito divino, ma si scontra con il silenzio assordante dell’universo. Il suo scudiero Jöns, d’altra parte, ha adottato un atteggiamento cinico e scettico, rifiutando le illusioni della religione e accettando la natura casuale e crudele della vita.

Il “Settimo Sigillo” è un film visivamente stupefacente, con una fotografia in bianco e nero che crea un’atmosfera eterea e surreale. Le immagini sono potenti e simboliche, dalla partita a scacchi sulla spiaggia, alle processioni di flagellanti che percorrono le strade, fino alla memorabile scena finale della Danza della Morte. Bergman utilizza la macchina da presa con maestria, creando composizioni visive dense di significato e bellezza.
La recitazione è di altissimo livello, con Max von Sydow che offre una performance memorabile nel ruolo di Antonius Block, riuscendo a trasmettere il tormento interiore e la disperazione del personaggio. I suoi dialoghi con la Morte, interpretata da Bengt Ekerot, sono tra i momenti più intensi e memorabili del film, con due attori all’apice delle loro capacità.
La colonna sonora di Erik Nordgren contribuisce all’atmosfera inquietante e meditativa del film, con musiche che sottolineano il dramma interiore dei personaggi e la tensione della narrazione.