Movimenti del Sacro: la Danza nei riti e nelle tradizioni

La danza, intesa come rituale, rappresenta un percorso di esplorazione culturale e storica che offre una comprensione approfondita delle diverse sfaccettature dell’umanità. Questo fenomeno, che trascende la mera espressione artistica, si manifesta come un linguaggio universale, capace di comunicare profonde verità spirituali attraverso il movimento del corpo.
Uno dei principali studiosi in questo campo è stato Ernesto De Martino, il cui lavoro sul tarantismo nel Sud Italia ha aperto nuove prospettive sull’importanza della danza come strumento di guarigione e rinascita psicologica. De Martino ha studiato come la danza, in contesti di crisi esistenziale, diventa un mezzo per la riaffermazione dell’io e dell’identità culturale, interpretando il fenomeno del tarantismo come un rituale di purificazione e rinnovamento.

Altri studiosi hanno approfondito questa tematica da diverse angolazioni. Ad esempio, Katherine Dunham, una ballerina e antropologa americana, ha esplorato l’importanza della danza nelle culture afro-americane e caraibiche, analizzando come le danze rituali svolgessero un ruolo cruciale nella conservazione delle tradizioni culturali e nella resistenza contro l’oppressione.
Margaret Mead
Margaret Mead, un’altra antropologa di fama mondiale, ha studiato le pratiche di danza in diverse società, osservando come queste fossero spesso legate ai riti di passaggio e ai cambiamenti sociali. Mead ha evidenziato l’importanza della danza non solo come espressione culturale, ma anche come strumento di coesione sociale e trasmissione di valori e tradizioni.
Nelle culture indigene americane, la danza rituale è stata studiata da numerosi etnografi e antropologi. Ad esempio, Frank Hamilton Cushing, uno dei primi etnografi a vivere tra i Zuni, ha osservato come le danze fossero una parte integrante delle cerimonie religiose, spesso legate a richieste di pioggia, fertilità e benessere per la comunità.
Danza nativi americani
Nel contesto indiano, la danza come rito religioso è stata esaminata da studiosi come Kapila Vatsyayan, che ha esplorato in dettaglio le connessioni tra danza, religione e filosofia nell’India classica. Vatsyayan ha analizzato come le danze classiche indiane, come il Bharatanatyam, non fossero solo esibizioni artistiche, ma rappresentazioni simboliche di concetti filosofici e religiosi profondi.
Nel mondo islamico, la danza dei dervisci rotanti, praticata nel Sufismo, è stata oggetto di studio da parte di studiosi come Annemarie Schimmel, che ha esaminato il significato spirituale e mistico di queste pratiche. Schimmel ha interpretato la danza dei dervisci come una forma di meditazione in movimento, che mira a raggiungere l’unione con il divino.
Dervisci in movimento
Nel contesto africano, Germaine Acogny, una coreografa e ballerina senegalese, ha esplorato l’importanza della danza nelle tradizioni africane. Acogny ha evidenziato come la danza sia un mezzo per raccontare storie, trasmettere saggezza e celebrare eventi importanti della vita.
In tempi moderni, il concetto di danza come rito si è evoluto, ma ha mantenuto la sua potenza espressiva e spirituale. Festival di danza contemporanea e performance artistiche continuano a esplorare i legami tra danza, spiritualità e identità. Questi eventi moderni, pur non essendo legati direttamente a una specifica tradizione religiosa, possono avere un forte impatto emotivo e spirituale sui partecipanti.
La connessione tra danza e rito è un fenomeno complesso e variegato. Gli studi di De Martino, Dunham, Mead, Cushing, Vatsyayan, Schimmel e Acogny hanno contribuito in modo significativo alla nostra comprensione di come la danza possa essere utilizzata come strumento per esprimere e sperimentare vari aspetti della vita umana, dalla spiritualità alla coesione sociale.
Oltre a questi autori, altri importanti contributi sono stati forniti da studiosi come Yvonne Daniel, che ha esplorato il ruolo della danza nei riti religiosi afro-caraibici, mettendo in evidenza come la danza sia un mezzo di comunicazione spirituale e di resistenza culturale. Daniel ha esaminato come i rituali di danza servano a mantenere vive le tradizioni e a stabilire un legame con gli antenati e le divinità.
In Europa, il lavoro di Rudolf Laban, un pioniere della danza moderna, ha esplorato la danza dal punto di vista del movimento e dell’espressione corporea, offrendo una nuova prospettiva sul significato e sul potere della danza come forma di comunicazione non verbale. Laban ha sottolineato come il movimento del corpo in danza possa esprimere stati emotivi complessi e idee astratte.
In Giappone, la danza nelle tradizioni religiose e teatrali, come nel Noh e nel Kabuki, è stata oggetto di studio da parte di studiosi come Zeami Motokiyo, che ha scritto estesamente sulla teoria e la pratica della danza e dell’arte drammatica giapponese. Il Noh, in particolare, utilizza la danza per raccontare storie mitologiche e trasmettere emozioni profonde, collegando il mondo fisico a quello spirituale.
Nell’ambito dell’antropologia della danza, Joann Kealiinohomoku è stata una pioniera nello studio della danza come fenomeno culturale. Ha esaminato come le danze di diverse culture riflettano i valori, le credenze e la storia di quelle società, mettendo in luce la danza come un importante strumento di indagine antropologica.
Questi studi dimostrano che la danza, in tutte le sue forme, è molto più di un semplice intrattenimento o esercizio fisico. È un modo per le persone di connettersi con se stesse, con gli altri e con il mondo che le circonda. Attraverso la danza, le persone esplorano e esprimono idee, emozioni e credenze, creando un linguaggio che, pur essendo universale, è profondamente radicato nelle specificità culturali e individuali.
Attraverso la danza, possiamo accedere a aspetti della nostra storia e cultura che altrimenti rimarrebbero inesplorati. Continuando a studiare e apprezzare la danza in tutte le sue forme, possiamo continuare a imparare non solo altre culture e tradizioni, ma anche a conoscere noi stessi e la nostra posizione nel tessuto dell’umanità.In definitiva, il viaggio attraverso le varie forme di danza rituale ci porta a una più profonda comprensione dell’umanità, rivelando la ricchezza e la diversità delle sue espressioni culturali. Queste danze, che affondano le loro radici in tradizioni antiche e profonde, sono non solo spettacoli artistici, ma anche potenti veicoli di espressione spirituale e sociale. Gli studi di De Martino e di altri ricercatori hanno aperto una finestra sul mondo affascinante e complesso della danza rituale, mostrando come, attraverso il movimento e la musica, le persone di diverse culture abbiano trovato modi unici per esprimere la propria identità, le proprie credenze e la propria storia. Questo aspetto della danza, intrecciato nella trama della vita umana, continua a catturare la nostra immaginazione e a ispirare un senso di meraviglia e apprezzamento per la diversità e la profondità delle tradizioni culturali di tutto il mondo.
 Bibliografia:
– De Martino, Ernesto. La Terra del Rimorso
– Dunham, Katherine. Island Possessed
– Mead, Margaret. Coming of Age in Samoa
– Cushing, Frank Hamilton. Zuñi Folk Tales
– Vatsyayan, Kapila. Classical Indian Dance in Literature and the Arts
– Schimmel, Annemarie. The Mystical Dimensions of Islam
– Daniel, Yvonne. Rumba: Dance and Social Change in Contemporary Cuba
– Laban, Rudolf. Laban’s Principles of Dance and Movement Notation
– Motokiyo, Zeami. On the Art of the Noh Drama: The Major Treatises of Zeami
– Kealiinohomoku, Joann. An Anthropologist Looks at Ballet as a Form of Ethnic Dance
Lucia Lo Cascio