L’Immaginario onirico di Parajanov ne ‘Il Colore del Melograno'”

“‘Il Colore del Melograno’, un capolavoro realizzato nel 1969 dal regista Sergei Parajanov, rappresenta una gemma unica nel panorama cinematografico. Questo film non segue un percorso lineare tradizionale, ma piuttosto traccia un itinerario artistico che attraversa le varie fasi della vita del poeta Sayat-Nova. Al posto di focalizzarsi su eventi specifici o aneddoti particolari, ‘Il Colore del Melograno’ si dedica a un’esplorazione visiva: un mosaico di immagini e simboli che catturano l’essenza profonda delle esperienze di Sayat-Nova.

L’opera inizia con l’infanzia di Sayat-Nova, ma piuttosto che raccontarla attraverso eventi successivi, Parajanov la ritrae con scene che riflettono lo spirito e l’ambiente della sua crescita. Si osservano rappresentazioni di attività infantili, elementi naturali e rituali che simboleggiano la sua prima esplorazione del mondo e lo sviluppo della sua sensibilità artistica.
Con l’avanzare del film, si entra nel periodo della maturità di Sayat-Nova. Questa parte è caratterizzata da una serie di immagini che riflettono il suo approfondimento nella poesia, nell’amore e nella ricerca spirituale. Parajanov utilizza sequenze che evocano il suo impegno nella vita monastica e il suo rapporto con l’amore, sia terreno che divino.
Diverse scene illustrano fasi cruciali della sua età adulta, come il suo servizio alla corte del re e il successivo ritiro in un monastero. Questi momenti sono interpretati simbolicamente, con una focalizzazione sulla dimensione interiore e spirituale del poeta, piuttosto che sui dettagli storici.
Nella rappresentazione della vecchiaia e della morte di Sayat-Nova, il film assume una tonalità più riflessiva e astratta. Le scene diventano più rarefatte e silenziose, con immagini che suggeriscono un distacco dal mondo materiale e un avvicinamento alla conclusione della vita. La sua morte non è mostrata esplicitamente, ma è suggerita attraverso sequenze che simboleggiano il passaggio e la transizione.
Durante tutto il film, Parajanov non si limita a documentare la vita di Sayat-Nova, ma crea un dialogo visivo con la sua opera poetica. Le immagini sono mescolate con i versi del poeta, creando un parallelismo tra la sua arte poetica e la narrazione visiva dell’opera.
In questo modo, “Il Colore del Melograno” emerge come un’opera che supera il concetto di biografia tradizionale, offrendo invece un’esplorazione profonda e simbolica della vita, dell’arte e dello spirito di Sayat-Nova. Attraverso la sua struttura peculiare e la sua ricchezza visiva, il film invita lo spettatore a un’interpretazione personale e a una riflessione sulla natura dell’arte e della poesia.
La narrazione di “Il Colore del Melograno” non segue il tradizionale percorso lineare, ma è un mosaico di immagini simboliche e momenti poetici. Ogni scena è un quadro: la camera fissa cattura composizioni di una bellezza mozzafiato, dove ogni elemento ha un significato che va oltre il visivo. L’assenza di dialoghi convenzionali trasforma la visione in un’esperienza meditativa, dove le immagini e la musica parlano direttamente all’anima dello spettatore.
Parajanov utilizza il simbolismo per esplorare e celebrare la ricchezza della cultura armena e la vita di Sayat-Nova. Ad esempio, l’uso ripetuto del melograno, ricorrente nel titolo stesso, è emblematico. Nel folklore armeno, il melograno simboleggia la fertilità, la ricchezza e, in alcuni contesti, l’immortalità. Nel film, questo frutto diventa un leitmotiv che allude alla creatività e alla perpetua rinascita dell’arte e dello spirito.
Un altro elemento simbolico centrale è l’acqua. Ricorrente in molte scene, rappresenta la vita, la purificazione e il cambiamento. Parajanov utilizza l’acqua per illustrare momenti di trasformazione nella vita di Sayat-Nova, come la sua crescita spirituale e la sua ricerca artistica.
I colori giocano un ruolo fondamentale nel film, con una tavolozza che va dai toni terrosi a quelli vibranti, riflettendo i diversi stati emotivi e le fasi della vita di Sayat-Nova. Il rosso, ad esempio, appare in molte forme: dai tessuti ai melograni, simboleggiando passione, sofferenza e anche il martirio spirituale.
Le composizioni delle scene sono straordinarie, con inquadrature che ricordano i dipinti dei maestri rinascimentali. Parajanov crea quadri viventi che racchiudono una moltitudine di dettagli simbolici, invitando lo spettatore a una contemplazione profonda. Ogni elemento, dal più piccolo oggetto a ogni personaggio presente in scena, è collocato con precisione e intenzionalità, creando un tessuto visivo denso di significati.
La musica, curata da Tigran Mansurian, è un altro strumento narrativo potente. Con una fusione di melodie tradizionali armena e composizioni astratte, la colonna sonora si integra perfettamente con le immagini, amplificando il loro impatto emotivo. La musica non è solo accompagnamento, ma diventa voce narrante, guidando lo spettatore attraverso il flusso di immagini e simboli.
“Il Colore del Melograno” è anche un tributo alla figura e all’opera di Sayat-Nova. Attraverso la rappresentazione simbolica, il film celebra il poeta, la sua arte e la sua eredità culturale. Parajanov esplora temi universali come l’amore, la morte e la spiritualità attraverso la lente della vita e dell’arte di Sayat-Nova, rendendo il film un’esperienza visiva che va oltre la semplice biografia.
Quest’opera di Parajanov non è soltanto un film, ma una vera e propria esperienza artistica che sfida i confini del linguaggio cinematografico. Con la sua capacità di combinare arte, storia e spiritualità in un tessuto visivo riccamente intrecciato, ‘Il Colore del Melograno’ si eleva a un livello di espressione quasi mistico. È un invito a immergersi in un mondo dove l’immagine diventa poesia, dove ogni dettaglio visivo parla all’anima tanto quanto alla mente. Per gli amanti del cinema che cercano un’esperienza profonda e meditativa, questo film rappresenta una tappa imprescindibile, un viaggio indimenticabile nel cuore dell’arte visiva e della narrazione simbolica.