La morte all’interno del processo evolutivo

Screen-shot-2010-10-21-at-4.35.56-AM

Diciamoci la verità, ognuno di noi almeno una volta nella vita fa i conti con una temibile fatidica domanda: che ne sarà di me dopo la morte?

La prima cosa che ci verrà in mente sarà sicuramente inferno o paradiso a seconda che siamo stati cattivi o bravi bambini…. Naaaaaaaaaaaa chi la beve?

A me personalmente non convince. Allora proviamo ad indagare tra le possibilità offerteci da scienza e parapsicologia, così giusto per farci un’idea, certo perchè di più non possiamo fare non trattandosi di un prodotto acquistabile al supermercato.

Proverò a partire dalle esperienze di pre-morte, trattandosi di dati in qualche modo analizzabili e lo faccio attraverso gli studi del Dr. Michael Newton, psicologo clinico specializzato in ipnoterapia, insegnante e scrittore tra l’altro dei libri Il viaggio dell’anima e Ricordi dall’aldilà che prenderemo in esame.

Nei libri in questione il dr. Newton raccogli gli studi fatti nell’arco di 40 anni su quelle persone che hanno avuto esperienze di pre-morte o che, sotto ipnosi riescono a ricordare le fasi del passaggio da una vita all’altra. La cosa sorprendente è che tutti i racconti coincidono.

61P8C-r4TcL._SL1500_

Questo ciò che avviene dopo la  morte del nostro corpo fisico.

Prima esperienza comune è l’uscita dal corpo. Ogni persona sottoposta a ipnosi ha raccontato di vedere l’ambiente e le persone che lo circondavano, di ascoltarne i discorsi. Ognuno di loro ha parlato di una paura iniziale per la mancata comprensione degli accadimenti seguita a rabbia e frustrazione quando si capisce di essere morti, sentimenti però che passano appena si intravede la luce. Questa è la seconda esperienza comune.

Tutti raccontano di vederla in lontananza e di essere attirati verso di essa e man mano che la luce si avvicina, quello che sentono è un senso di pace e amore. La luce rappresenta una fase di transizione, il cosiddetto passare oltre, dal mondo terreno a quello spirituale.

Una volta entrati nella luce, si è accolti da una persona cara, anche lei defunta, che conforta il “nuovo arrivato”, dandogli una sorta di benvenuto. Lo spirito che accoglie potrebbe essere anche quello di una vita precedente, che ci è stato vicino nel corso del nostro cammino evolutivo.

Può anche capitare, si dice, che nel caso di anime che hanno vissuto molte vite questo passaggio non sia necessario, venga saltato, poichè l’anima del defunto è già preparata a quello che succederà ovvero a rivivere la vita appena conclusa come in una sorta di film che ti passa davanti agli occhi.

Tutto ciò ha lo scopo di far capire dove intervenire per migliorare nella vita successiva.

Altro elemento comune è la visualizzazione di una sorta di luogo di passaggio come una stazione o un aeroporto  che servirà effettivamente ad un viaggio, quello che condurrà l’anima nella sua prossima vita.

esperienza-di-premorte

Durante l’attesa e il viaggio, le anime vengono raggruppate, si pensa in base al livello di consapevolezza raggiunto, per fraternizzare, confrontarsi sempre al fine di imparare una lezione.

Arriva poi il momento dell’abbandono del mondo dello spirito. Si tratta di un passaggio molto delicato e addirittura spaventoso. Una volta raggiunto uno stato di pace assoluta è difficile ritornare nelle incertezze, alle lotte e alle paure nel mondo fisico ( e vorrei vedere il contrario – aggiungo io). Non c’è tuttavia scelta, è un passaggio obbligato per l’evoluzione dell’anima. Prima di essere rispedito sulla terra l’anima si deve interrogare su quale sarà la lezione che vuole portarsi dietro e sul come e dove andare per svolgere al meglio la sua missione e se effettivamente è pronto a intraprenderla.

Una volta stabiliti questi punti l’anima sceglie il corpo con cui tornare. Ebbene si, non prendetevela con me ma questo è quanto riferiscono tutti i campioni sottoposti ad ipnosi.

Passiamo la vita a lamentarci di un corpo da noi scelto! Questo ha del paradossale. Eppure dovrebbe farci riflettere su quella che noi consideriamo bellezza.

Tornando a noi, una volta compiuta la scelta, l’anima è pronta a reincarnarsi!

Un altro fatto che ci potrà sembrare strano è che siamo sempre noi a scegliere di dimenticare lo stato di onniscienza raggiunto, questo pare, per poter vivere pienamente la condizione fisica in cui stiamo per tornare.

Come al solito io la verità non la conosco, certo pensare che siamo frutto di una nostra scelta in qualche modo mi consola e mi fa apprezzare di più ciò che ho e riflettere anche sulle eventuali disgrazie su cui ci dovesse capitare di imbatterci. In questa ottica acquistano un senso. Tutto è utile a farmi andare avanti. Bisognerebbe cercare di capire quale è la lezione da imparare piuttosto che piangersi addosso passivamente.

A voi le vostre conclusioni…

Cassandra Rotelli / Lucia Lo Cascio

3 Risposte a “La morte all’interno del processo evolutivo”

  1. Notevole. Il dubbio alla fine è sempre in agguato.
    Cmq complimenti.

I commenti sono chiusi.