La medicina incontra il misticismo ne “Il libro delle visioni”

Il libro delle visioni”, un film diretto da Carlo Hintermann e presentato in anteprima alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è un’opera che offre spunti di riflessione molteplici, specialmente nel contesto dell’emergenza pandemica e del dibattito sul corpo e sulla medicina.

È un film che si muove abilmente tra passato e presente, intrecciando idee di fisiologia, psicologia e spiritualismo in un’opera audace e senza compromessi. Questo film d’esordio del documentarista italiano si distingue per la sua capacità di esplorare la complessa relazione tra il corpo umano e l’anima, attraverso una narrazione che è ricca di simbolismo e immagini evocative.



Al centro della trama troviamo Eva, interpretata da Lotte Verbeek, una giovane chirurga che abbandona una promettente carriera per dedicarsi allo studio della storia della medicina. La sua ricerca si concentra sulla figura del medico prussiano del XVIII secolo Johan Anmuth, interpretato da Charles Dance. Anmuth, noto per il suo approccio empatico e profondo nei confronti dei pazienti, ha lasciato un manoscritto di casi che fornisce ad Eva un collegamento vitale con il passato.

La figura di Anmuth simboleggia la complessità della pratica medica, oscillando tra l’approccio razionale e quello più intuitivo e spirituale. Il suo libro, che contiene le esperienze di migliaia di pazienti, rappresenta la persistenza della memoria e la continuità delle esperienze umane attraverso il tempo. Le anime dei suoi pazienti, racchiuse nelle pagine del libro, evocano un senso di eternità e di legame ininterrotto tra passato e presente.

Le visioni di Anmuth, di Elizabeth (anche lei interpretata da Verbeek) e della giovane cameriera Maria, interpretata da Isolda Dychauk, s’intrecciano con la vita di Eva, creando un dialogo tra epoche.

Nel presente, Eva è incinta e lotta con un cuore malato. La medicina moderna potrebbe salvarla, ma rischia di danneggiare il bambino non ancora nato. Questo dilemma la spinge a cercare risposte nelle esperienze di Elizabeth e Maria. Elizabeth, una benestante madre di tre figli, soffre a causa di un marito violento, mentre Maria, una figura simile a una strega, crede che le anime dei defunti siano assorbite in un albero vivente.

L’albero nel film è un simbolo potente e centrale. Non è solo un elemento naturale ma rappresenta un ponte tra il mondo fisico e quello spirituale, un luogo di transizione per le anime. Le radici degli alberi si intrecciano con i corpi umani e i feti malformati sono consumati dalla corteccia, suggerendo un profondo legame tra l’umanità e la natura. Questo simbolismo è rafforzato dalla figura di Maria, che pulisce il sangue e vaga a piedi nudi nel fango, rappresentando il dolore e la connessione con il mondo naturale. Questo simbolismo viene arricchito ulteriormente dalle visioni della donna che legano il mondo naturale a quello spirituale in una maniera profonda e significativa.

Un altro aspetto fondamentale del film è la presenza dei due bambini, figli di Elizabeth. Essi rappresentano due aspetti diversi dell’essere umano: il primo, sognatore e connesso con il mondo spirituale, simboleggia l’intuizione e la connessione emotiva; mentre il secondo, più razionale e distaccato, rappresenta l’approccio scientifico e analitico alla vita. La morte del primo bambino, che segna un punto di svolta nel film, porta il secondo bambino a una sorta di pentimento e a un avvicinamento al mondo del fratello.

La narrazione del film è arricchita dal lavoro del direttore della fotografia Jorg Widmer. Ogni scena è trattata come un ritratto da assaporare, pieno di dettagli squisiti, dai costumi di Mariano Tufano alle scenografie evocative di David Crank. Queste immagini, insieme alla storia intrigante, creano un’esperienza cinematografica che è allo stesso tempo esteticamente sorprendente e tematicamente profonda.

Tuttavia, “Il libro delle visioni” presenta anche delle sfide. La sua struttura narrativa, con salti temporali e fili contorti della storia, può risultare complessa e talvolta difficile da seguire. Ma coloro che si immergono nella sua atmosfera onirica troveranno nel film un viaggio ricco di significati, anche se potrebbe non essere di immediata comprensione per tutti.

In sintesi, “Il libro delle visioni” è un film che invita a una profonda riflessione sulla relazione tra corpo, medicina e spiritualità. Pur nella sua complessità e simbolismo, offre una visione unica e provocatoria della nostra relazione con il corpo e lo spirito.