Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri.

Mario Monge, Italo Calvino bateleur (1973) © Mario Monge

Dal 13 Ottobre 2023 al 04 Febbraio 2024

ROMA

LUOGO: Scuderie del Quirinale

INDIRIZZO: Via XXIV Maggio 16

ORARI: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 Ultimo ingresso ore 19.00 24 dicembre dalle 10.00 alle 15.00 (ultimo ingresso ore 14.00) 25 dicembre dalle 16.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00) 31 dicembre dalle 10.00 alle 15.00 (ultimo ingresso ore 14.00) 1° gennaio dalle 16.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 15, ridotto € 13, under 30 € 10, gratuito fino a 6 anni

SITO UFFICIALE: http://scuderiequirinale.it

Tullio Pericoli, Italo Calvino (2012; olio su tela; collezione dell’artista) © Tullio Pericoli
A cento anni dalla nascita di Italo Calvino, una mostra alle Scuderie del Quirinale celebrerà lo scrittore e il suo rapporto con le arti.
A partire dal prossimo ottobre, fino a febbraio, un progetto visivo a cura di Mario Barenghi, organizzato da Ales SpA / Scuderie del Quirinale in collaborazione con la casa editrice Electa, metterà in luce il percorso creativo dello scrittore ponendo in relazione ambienti reali, forme dell’immaginario, teorie, visioni.
Oltre duecento prestiti – tra dipinti, sculture, disegni, illustrazioni di artisti dal Rinascimento a oggi, codici miniati medievali, arazzi – costruiranno un viaggio attraverso la vita, le scelte, l’impegno politico e civile, i luoghi e soprattutto la produzione letteraria e il metodo di lavoro di Calvino nelle dieci sezioni sui due piani delle Scuderie del Quirinale.
Vittore Carpaccio, San Giorgio che uccide il drago e quattro scene del suo martirio (1516; olio su tela, 180 x 226 cm; Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore, Benedicti Claustra Onlus). Foto di Mauro Magliani.
A guidare il progetto sarà la dimensione visuale, a cominciare da quell’immagine “che gira per la testa’’ della quale l’autore parla in uno dei suoi primi autocommenti, la Nota 1960 ai Nostri antenati, nell’illustrare la genesi dei suoi lavori.
“Il punto di partenza – spiega Mario Barenghi – è un’immagine ‘nata chissà come’ – che si porta dietro a volte per anni; a poco a poco dall’immagine comincia a dipanarsi una storia, che gradualmente dispiega significati inattesi e acquista senso. Più tardi, a innescare la fantasia calviniana saranno fattori diversi: le teorie cosmologiche, gli arcani dei tarocchi, oggetti d’uso quotidiano. Costante rimane però l’avvio da uno spunto visuale, di cui il lento lavoro della scrittura rivela le potenzialità dandogli forma di racconto”.
Pedro Cano, Fedora, da Le città invisibili (acquerello su carta, Blanca, Fundación Pedro Cano) Foto di José Luis Montero
Per Calvino l’arte rappresenta pertanto un’inesauribile miniera di ispirazioni dalla quale lo scrittore attinge fino alla fine della sua vita, come dimostrano le scelte di copertina dei suoi libri, mai casuali, con gli amati Klee e Picasso, o ancora gli scritti dedicati a Giulio Paolini, Fausto Melotti, Giorgio de Chirico, Luigi Serafini, Enrico Baj.
Giulio Paolini, Senza titolo (1961; barattolo di vernice, telaio, polietilene; Torino, Fondazione Giulio e Anna Paolini) © Giulio Paolini. Foto di Paolo Mussat Sartor. Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino
Non mancheranno in mostra le installazioni direttamente ispirate ai suoi libri, pensate e create per l’occasione da artisti viventi come Emilio Isgrò. E ancora le esperienze artistiche più recenti, accostabili per varie ragioni all’immaginario calviniano, come quelle di Giuseppe Penone ed Eva Jospin.
Sono solo alcuni degli accostamenti scelti con efficacia che chiariscono l’idea di una letteratura all’insegna della ripetizione, del dubbio, della cancellazione. Sguardi che l’esposizione caleidoscopio alle Scuderie del Quirinale getterà su Italo Calvino e sulla curiosità indagatrice rivolta ai più vari aspetti della cultura e della realtà.
Luigi Serafini, Pagina del Codex Seraphinianus (1977; disegno a matita colorata e inchiostro di china su carta pubblicato nel 1981, Franco Maria Ricci Editore, Parma)