Davide Cerrato – CARME SENZA NOME

 

Tu, carme, non hai titolo.
Te lo dico, potrai confortarti oppure no.
Almeno saprai prima che far ti spetta.

Tu, carme, tu nasci dalle mie vene.
Le vene che sprizzano l’inchiostro
che per un dannato umano è vita
almeno per quello che ritrova sé
nelle parole che butta giù.

Tu, carme, non hai nome
ma un ruolo ce l’hai comunque.
Chi ti dice che il nome
possa renderti più valoroso e leggibile?
Hai un compito, ma sappi che pure
senza nome
senza vita non sei affatto.
Devi restare su carta e poi volare
sei un’aquila libera.

Devi riferire agli uomini
qual è il loro senso di miseria
e come lo superano.

L’uomo si sta inabissando
perché la voragine del deserto
lo spinge giù senza forze.
L’uomo non sta morendo
sta soffrendo senza Ade, senza fuoco.
Le ferite sono quelle di un animo
colpito da una giusta daga.
Sono flagelli quelli umani,
ma ogni errore ha la sua ferita
quella di giustizia.
L’uomo è nato ed ha già peccato
e pecca ancora con tanta potenza
che io non devo scriverla.

Tu, carme, proprio tu
avrai forse un nome
al compimento del dovere tuo.

Vola, ch’io non potrei
per mia natura corrotta.
Penetra nei cuori,
infondi vita,
rigenerazione. Parla
e poi fuggi ancora
e comunica
che il riscatto è nella scrittura
nella carta e nelle lettere
di cui sei fatto.

Tu, carme senza nome,
librati in alto
accontentami
placami…
Riportami alla sintesi
che ora ho tanto da scrivere.

 

Davide Cerrato