Asherah, un culto in bilico tra i tempi

La Madonna in preghiera" dettaglio, Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato (1640-1650)
La Madonna in preghiera” dettaglio, Giovanni Battista Salvi da
Sassoferrato (1640-1650)

In questo articolo, in seguito alle numerose domande da parte vostra, intendiamo parlarvi di Asherah, divinità femminile da cui la nostra associazione prende il nome.
Asherah è quanto di più vicino possa trovarsi al ritrovato discorso-studio sul “Femminino Sacro”. Ella o se preferite con un gioco di parole possiamo chiamarla Elat ( femminile di El “Dio” – nome con il quale spesso viene indicata ), è una delle più importanti figure del pantheon semitico, cananeo e dell’Israelitismo antecedente a Mosè. É la Dea Madre di tutte le cose e le creature, uomini e dei compresi (lo stesso Elohim, termine che indica Dio in ebraico, è in realtà un plurale per Dei), è la Regina dei cieli (vi ricorda nulla?), è compagna e sposa del Dio oggi considerato unico nelle religioni monoteiste.

 Moon Goddess // Eclipse ~ Tsuyoshi Nagano
<br />Moon Goddess // Eclipse ~ Tsuyoshi Nagano

Non c’era iscrizione che non affiancasse ad El, Elat, a Yahweh, Asherah, a Dio la sua pari Divinità femminile.
Il suo culto era diffusissimo in tutta l’area Mediorientale, in Mesopotamia e nelle aree dell’Asia Minore (si pensi agli Ittiti che la veneravano sotto il nome di Asherdu).
Nonostante ancora ai nostri tempi si tende ad ignorare l’esistenza di Asherah, esiste un’immensa biblioteca di tavolette cuneiformi del XIII secolo a.C. ritrovate in Siria soprattutto nel sito di Ugarit, oltre a diverse citazione in testi sacri, anche nella stessa Bibbia ci sono circa 40 riferimenti ad Asherah nel Vecchio Testamento.
É proprio dell’Antico Testamento che sappiamo che il culto di Asherah si è sviluppato e diffuso tra le tribù ebraiche per circa tre secoli, che è stato introdotto nel tempio di Gerusalemme da Roboamo, figlio di Salomone all’incirca nel 928 a.C., che nei quasi quattro secoli di esistenza del tempio di Salomone, sorgeva in esso una statua ad Asherah dedicata e il suo culto era legittimo e riconosciuto da re, sacerdoti e religione. Nello specifico nel libro dei Giudici, nel libro dei Re, nel libro di Samuele e nel libro di Geremia ritroviamo riferimenti specifici alla Dea Asherah.
Simboli di Asherah erano la stele liscia, la colonna e l’albero (Essa stessa viene indicata come l’Albero della Vita), tutti elementi ritrovati in abbondanza in Israele.
Durante il periodo monastico cominciarono le tensioni tra coloro che riconoscevano la divinità femminile affiancata a quella maschile e quelli che adoravano il solo Yahweh, la Dea ed il suo culto cominciarono a prendere un’accezione negativa, “satanica” addirittura, fino ad arrivare al 586 a.C. quando col periodo persiano, la caduta di Giuda e l’esilio in Babilonia, che il culto di Asherah praticamente scomparve.
Questa la storia ufficiale. Ufficiosamente sappiamo che il culto della Dea ha continuato la sua esistenza in segreto fino a giungere ai giorni nostri, dove anzi sembra conoscere uno sviluppo irrefrenabile che, forse, porterà ad un suo nuovo riconoscimento.
Non è difficile, e chissà se in futuro non lo faremo, rileggere gli avvenimenti seguenti, dal Nuovo Testamento alle opere dei grandi maestri della storia dell’arte, a quanto oggi succede anche all’interno della chiesa stessa con la chiave di quanto appena detto.
Provate da voi a ricercare i vecchi e nuovi simboli della Dea nella storia e traetene le vostre considerazione.
Non vogliamo, da parte nostra, convincere nessuno, solo portare testimonianza di qualcosa che nonostante tutto, è stato, è, sarà.

Lucia Lo Cascio

Una risposta a “Asherah, un culto in bilico tra i tempi”

  1. E’ solo un altro nome con cui si chiama Lillith o Lucifero. Infatti anche nella Bibbia sta scritto che gli ebrei cominciarono ad adorare gli dei dei Cananei… Ed inoltre la confusione regna sovrana, perché si scambia Yahweh con il sole (ma il Dio solo è per l’appunto Lucifero), quindi nelle statuette gli si attribuisce erroneamente o volutamente un matrimonio con Yahweh, cosa assolutamente falsa.
    Nella bibbia la dea è per l’appunto presente, ma sempre in accezione negativa, e tradurla con palo sacro (simbolo fallico, che essendo una donna lo identifica evidentemente con l’androgino, il Baphonet massonico per l’appunto) pur essendo discutibile perché ne elimina la personificazione non è del tutto sbagliato perché la dea e il palo sacro sono in effetti la stessa cosa. La dea predicava la prostituzione sacra, e non a caso essa è praticata in ambienti massonico-satanici, ed inoltre nell’Apocalisse di Giovanni si parla appunto di Babilonia la prostituta, che persino Crowley identifica con Babalon-Lilith… E ce n’è traccia anche nella visione di Fatima infatti…

    Tutto collegato, ma tutto contraddice chiaramente il suo articolo…

    Tranne nella parte finale, perché è ovvio che col passare del tempo e l’arrivo dello scontro finale (e dell’anticristo) il culto della dea aumenterà, ma per scomparire definitivamente alla venuta del vero Cristo.

    Ciao!

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