Vulnicura, il nuovo album di Björk

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Vulnicura è il titolo del nuovo album della cantante islandese Björk che è stato pubblicato il 20 gennaio 2015, anche se l’uscita era inizialmente prevista per marzo, in concomitanza con l’apertura della mostra sulla sua carriera organizzata dal Museo di Arte Moderna di New York. L’opera è stata infatti vittima della pirateria informatica, che ha permesso di ascoltare e scaricare prematuramente tutte le tracce e che ha costretto la cantante a rilasciarlo su iTunes.
L’album consta di nove brani, alcuni realizzati in collaborazione con altri artisti. Quando a Björk è stato chiesto riguardo a Vulnicura, dopo l’annuncio del 14 gennaio, ha risposto che “è un album più tradizionale di Biophilia – il precedente – per ciò che concerne la stesura delle canzoni. Parla di cosa può succedere a una persona alla fine di una relazione, dei dialoghi che possiamo avere nelle nostre menti e nei nostri cuori, il processo di guarigione”. Il riferimento alla fine della storia con il compagno Matthew Barney è diretto.
Björk (Reykyavik, 1965) ha pubblicato il suo primo album da solista, omonimo, nel ’77, in cui ha reinterpretato, cantandole in lingua islandese, una canzone dei Beatles e una di Stevie Wonder (The Fool on the Hill e Your Kiss is Sweet); con i soldi guadagnati, ha potuto comprare un pianoforte, che ha poi utilizzato per diventare una vera e propria cantautrice.
Dopo una parentesi con la band alternative rock The Sugarcubes, il secondo album Debut è uscito nel 1993 ed è quello che l’ha resa famosa a livello internazionale, soprattutto grazie alla prima traccia Human Behaviour, molto piacevole per il ritmo incalzante, e la più dolce Venus as a boy. Il ritmo molto orecchiabile delle canzoni lo rende la sua opera più pop.

Bjrk+bjorkish

Due anni dopo, è uscito Post, album che si presenta decisamente più eclettico, grazie alla sperimentazione tra i generi, sia rock che techno, senza far mancare delle più tranquille ballad; il singolo Army of me è forse il più celebre di Björk e presenta sonorità decisamente rock; da citare anche Hyperballad. Tra le tracce, anche It’s Oh So Quiet, cover molto popolare.
Nel 1997 sono usciti Telegram, composto da remix dei brani dell’album precedente, e Homogenic, con dieci tracce che mettono insieme un’architettura di estrema eleganza, quali Joga, Bachelorette e All is full of love; da menzionare il video di quest’ultimo singolo, in cui due robot con le sembianze facciali simili alla cantante islandese sembrano avere un -dolce- rapporto sessuale.
Dopo Selmasongs (2000), colonna sonora del film Dancer in the dark di Lars von Trier, è stato pubblicato Vespertine, molto più intimo dei precedenti a detta della stessa Björk, anche grazie all’utilizzo di carillon, come ad esempio nel singolo Pagan Poetry.
Nel 2004 è la volta di Medùlla, album molto particolare in cui al centro di tutto c’è la pura voce umana; il primo singolo Oceania è stato riprodotto durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Atene 2004, poiché commissionato dal Comitato Olimpico; il testo della canzone fa riferimento al fatto che tutte le creature provengano dall’acqua.
Gli amanti delle percussioni e della musica elettronica dovrebbero adorare Volta, album del 2007 in cui Björk ha collaborato il rapper statunitense Timbaland e con vari artisti africani per realizzare un’opera che avesse un eccezionale senso del ritmo, che di certo per molti versi si distingue da quello a cui lei aveva abituato il suo pubblico.

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Nel 2011, Biophilia ha debuttato sia come album che come app per iPad e ha spaccato la critica: c’è chi lo definisce un’opera irraggiungibile, la migliore, e chi sostiene che rappresenti il fondo della carriera e che sia stato estremamente deludente. Il tema della natura è sempre predominante nell’opera della cantante islandese, in questo caso sviluppato nell’argomento dell’universo.
Ciò che Björk ci ha regalato con Vulnicura è una storia estremamente semplice, toccante e in cui molti possono immedesimarsi. Mentre l’oggetto di ogni traccia, la fine di un amore, è molto “pop” ed estremamente sincero e semplice, lo stile di Björk è sempre quello immutato di passione intrinseca per la musica autentica e per la sperimentazione fra generi, strumenti, armonie di suono, in una caoticità che allo stesso tempo risulta chiara alle nostre orecchie, sebbene, come la maggior parte dell’opera di Björk, di difficile comprensione per le masse. Vulnicura è intenso e credo sia difficile definirlo solo “triste”: è un insieme di mille sfaccettature di emozioni diverse.

Ringrazio Giulio Bottecchia per gli spunti di riflessione.

info:
http://bjork.com/

Giulia Ambrosini