Non è un corpo ad entrare in carcere, ma una persona, nella sua intera complessità.
Forse non tutti sanno che per i detenuti, anche il carcere fornito di tutti i conforti (doccia, televisione, giornali) è comunque una sofferenza.
Con il passare del tempo, infatti, i reclusi sono vittime di gravi alterazioni non solo dal punto di vista fisico, ma anche psichico. Tra i più rilevanti, un gravissimo problema in carcere, del quale non si parla mai è la mancanza del sesso.
Un detenuto non ricorda più il sapore di un bacio, una carezza, un abbraccio.
Come possono, dunque, i detenuti, placare il proprio desiderio sessuale? Con la masturbazione, la pornografia, riviste, foto. Non sempre è facile, non sempre ce la si fa. Alcuni di loro decidono persino di cucirsi l’organo sessuale, pur di mettere fine alla sofferenza.
Paesi a confronto
Già alcune direttive europee del 1985 invitavano gli Stati appartenenti alla comunità, ad adottare misure necessarie a tutelare la vita intima dei detenuti. Numerosi i Paesi che hanno provveduto: In Francia sono nate delle vere e proprie “stanze per l’intimità” ovvero locali idonei all’interno della struttura penitenziaria dove i detenuti possano intrattenere rapporti affettivi senza controllo visivo, la Svizzera e la Germania mettono a disposizione dei piccoli appartamenti, mentre in Spagna fare l’amore, è un premio per buon comportamento.
In Italia che succede?
In Italia, già dal 1997 si parla della possibilità di realizzare le “stanze dell’amore”, ma l’ultima proposta di legge è davvero recente, risalendo proprio al 2015.
L’obiettivo, come espresso dal disegno di legge, è quello di ‘: “Rendere più umano il periodo di detenzione, affinché alla fine della pena, sia più facile il reinserimento nella famiglia e nella società”. D’accordo anche la Toscana e l’ Emilia Romagna.
Desi Bruno, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale dell’Emilia Romagna, ha affermato come i luoghi per l’affettività in carcere siano necessari soprattutto per coloro che sono condannati all’ergastolo.
Criticità
Se è vero che è necessario abbattere i pregiudizi, il nostro Paese d’altra parte si giustifica sottolineando la mancanza di strutture logistiche idonee.
Come fare dunque? Ad essere a rischio sono anche le relazioni, i matrimoni. Come è possibile, per un uomo ed una donna, continuare per anni una relazione, se gli unici momenti di contatto sono dei brevi colloqui?
E ancora, se è vero che il carcere ha un’accezione educativa, è giusto tollerare comportamenti restrittivi di chi, fuori dalle sbarre, fa leggi e regolamenti non sempre utili al reinserimento sociale di questi soggetti?
La vita sessuale e affettiva è fondamento di dignità per ogni essere umano.
Valentina Bellezza