Racconti di concerti #3: Sting & Shaggy @ Arena di Verona

Non gli servono presentazioni. Sting è onnipresente nel mondo della musica da quarant’anni, attraverso tanti generi e non solo nelle sue opere ma anche nel mondo del cinema. Sono infatti frequenti le sue apparizioni sul grande e piccolo schermo ed è stato inoltre candidato quattro volte all’Oscar per la migliore canzone originale. Vincitore di 16 Grammy, 3 Brit Awards e un Golden Globe, si stima che Sting abbia venduto oltre 100 milioni di dischi nel mondo, da solista e con i Police.

 

Inglese, ma da ormai tanti anni collocato fra le colline del Valdarno, dov’è situata l’azienda agricola di sua proprietà (“Tenuta il Palagio”), Sting sta conducendo un tour mondiale assieme al rapper giamaicano Shaggy. I due vengono chiamati spesso “la strana coppia”, in quanto nessuno pensava che i loro stili potessero sposarsi bene, ma tutti hanno dovuto ricredersi. È infatti evidente, soprattutto dal vivo, che il reggae venga enormemente valorizzato e che il supporto fra i due funzioni alla perfezione: il risultato in quanto a suoni e voci è davvero armonioso.

“Armonioso” non significa però sempre “calmo” e “tranquillo”! Infatti, assieme ai momenti molto suggestivi che possono suscitare canzoni come Fields of Gold, Shape of my Heart e Fragile, il pubblico ha molte occasioni per scatenarsi e partecipare attivamente allo spettacolo. Shaggy non è una presenza sullo sfondo, ma un vero protagonista del concerto: la sua potente voce dà prova della sua bravura, la sua energia sembra interminabile, e sa esaltare il pubblico non solo durante le canzoni di Sting ma anche con le sue più famose hit: Angel, Hey Sexy Lady, Boombastic, It Wasn’t Me.

 

In una sempre suggestiva Arena di Verona, lo show di Sting & Shaggy è arrivato domenica 29 luglio, in un clima rovente, che lo spettacolo messo in scena dai due ha saputo infiammare ancora di più. Il brano che ha “aperto le danze” è stato Englishman in New York, indimenticato, dal secondo album solista di Sting …Nothing Like the Sun del 1987, in questa occasione a tratti modificato da Shaggy, che si proclama “Jamaican in New York”. I brani provenienti dalla discografia dei Police sono quelli che fanno più accendere gli spettatori: in particolare, tutti in piedi per Message in a Bottle, Every Little Thing She Does Is Magic, So Lonely, Every Breath You Take, Roxanne e Walking on the Moon, resa speciale dalla presenza di una rossa Luna nel cielo, quasi piena.

 

 

Sono diversi i momenti in cui il duo sottolinea quanto sia importante il senso di fratellanza con il prossimo, nonostante la provenienza etnica, e Shaggy invita ad alzarsi in piedi per i propri diritti durante Get Up, Stand Up. Il teatrino più particolare avviene durante Crooked Tree, brano dell’album 44/876, pubblicato in collaborazione, in cui Shaggy, vestito da Honorable Judge Burrell, con toga e parrucca bianca sembra “accusare” Sting, vestito con maglione a righe bianche e nere. Strength of a Woman, del repertorio di Shaggy, è invece occasione per evidenziare il valore dell’indipendenza femminile e, insieme, la bellezza delle donne italiane.

Durante Crooked Tree

Tirando le somme dello show, quello che si può osservare è un qualcosa di alto livello, sebbene Sting appaia quasi messo in ombra da uno Shaggy che, fuori da ogni aspettativa, sa tenere le redini perfino quando le grandi canzoni acclamate dai fan non sono le sue. Il concerto è ben diverso dalle performance soliste di Sting, più sofisticate, ma è di grande intrattenimento e non lascia insoddisfatti.

 

Di seguito, la setlist completa della serata:

Englishman in New York

44/876

Morning Is Coming

Every Little Thing She Does Is Magic

Oh Carolina / We’ll Be Together

If You Can’t Find Love

Love Is the Seventh Wave

Message in a Bottle

Fields of Gold

Waiting for the Break of Day

Gotta Get Back My Baby

If You Love Somebody Set Them Free

Don’t Make Me Wait

Angel

Dreaming in the U.S.A.

Crooked Tree

Shape of My Heart

Walking on the Moon (with “Get Up, Stand Up” snippets)

So Lonely

Strength of a Woman

Hey Sexy Lady

Roxanne / Boombastic

 

Encore 1:

Desert Rose

It Wasn’t Me

Every Breath You Take

 

Encore 2:

Jamaica Farewell (Harry Belafonte cover)

Fragile

 

GIULIA AMBROSINI @ INASHERAH ART

 

Foto di testata: GettyImages

Foto del concerto:  Stefano “papà” Ambrosini