QUELLA PERSONA

 

Quella persona. Già, quella. Ha capito che non ho avuto e forse non ho ben chiare le idee.
Già, esattamente quella persona. Come si chiama? Non ha importanza il nome, può anche essere la stessa tipologia di persona che conosci anche tu. E poi perché il nome dovrebbe avere il diritto di definire un’anima? Non mi pare poi così normale.
Quella persona, la chiamo così. Ecco, lei ci tiene tanto, ed anche io… Però il nostro rapporto si è evoluto a rovescio, come una cascata che paradossalmente scorre al contrario, contro gravità. Qualcosa che non sapevamo controllare lo abbiamo sentito entrambi.
Personalmente ho avuto la sensazione di essere un’anima sbattuta e trascinata da una potenza superiore in alcuni istanti… Il raziocinio mi ha abbandonato, l’amore ha avuto il sopravvento, sono stato troppo impulsivo, non avevo nulla di diverso da una belva, cose così. In fondo non sono le solite cose che prova una persona un po’ sopraffatta da Cupido? Sì, lo sono, cari miei.
E quindi quella persona, dicevamo, li ha sentiti sulla pelle questi miei dolori… Osservava me che venivo trascinato, e ad una certa non è più riuscita a sopportare i miei sbalzi d’umore, quelli di una persona che col dolore ci lotta per non farsi troppo male… Quelli di una persona che col dolore cerca un compromesso, del tipo “feriscimi, ma non farmi sanguinare che poi non so come fermarlo il sangue”.
Quella persona non poteva sopportare le indecisioni di un’anima trascinata, anche lei iniziava a sentirsi usata proprio come quell’anima che impulsivamente ha tirato in ballo un’altra persona… “Se non c’è lei, ci sei tu”.
Questo l’ha fatta sentire un po’ in secondo piano, cosa involontaria da parte di un’anima come la mia, un’anima un po’ troppo impulsiva e rovinata da qualche graffio.
Ma ecco, io credo che forse le parole possano lenire ogni cosa… Faccia a faccia, sì, anima e anima, occhi ed occhi. E se non saranno le parole a lenire, saranno i silenzi a far da padroni, quei silenzi che superano ogni sillaba e vanno oltre, quei silenzi che il mondo te lo fanno capire in un istante folgorante, come in un’intuizione superiore.
Ecco, quella persona intuiva anche. A volte non aveva bisogno di ragionare, a volte intuiva e basta perché le era congeniale…
Perché parlo al passato? Non lo so. Forse mi rendo conto che non è più vicina. Altrimenti perché inconsciamente la definirei come “quella” persona e non “questa” persona?
Mi manca, sì. Come neghi alla tua psiche l’assenza? Non la colmi nemmeno col cibo, nemmeno con le bevande. È un’assenza che necessita della presenza spirituale, quella di un’altra anima che consoli la tua… E come vuoi colmare con il concreto ciò che è astratto? Non puoi, non puoi farlo e basta.
E allora spero a volte che quella persona che oggi ha risposto diversamente non sia cambiata… Spero a volte che non si allontani troppo, che non faccia cose stupide, perché se le facesse la mia anima stranamente ne soffrirebbe.
Spero che la mia anima invece ragioni un po’ di più, perché le frecce di Cupido fanno un po’ troppo male.
Quella persona. Mi chiedete ancora quale sia il suo nome? Ripeto che non ha importanza conoscerlo in un flusso così magmatico quale è la vita che viviamo. Non serve, ripeto, non serve conoscere un dato irrilevante. È una persona, è un’anima come la tua, come la mia, come la vostra.

 

Davide Cerrato