Poco prima di lasciare un enorme vuoto nel mondo dell’arte, il “Duca Bianco” ci ha regalato una “stella nera”. L’8 gennaio, il giorno del suo sessantanovesimo compleanno, e due prima della sua morte, è stato appunto pubblicato Blackstar, un album che già dai primi ascolti ha stupito i fan per la sua distanza dalle opere precedenti: esso si presenta infatti molto sperimentale e a tratti inquietante nel sound e in alcuni dei temi trattati.
In questo articolo verranno percorsi i testi delle ultime sette canzoni di David Bowie per mettere in evidenza i versi che meglio esprimono gli estremi sentimenti dell’artista.
Blackstar
Le emozioni che suscita in modo più preponderante la title track dell’album, primo singolo pubblicato già lo scorso novembre, sono la paura e il disagio. Il testo cita numerose volte la “villa di Ormen” in cui c’è una “candela solitaria”, in riferimento al romanzo dello scrittore suicida Stig Dagerman.
Accadde qualcosa nel giorno in cui morì
Lo spirito salì di un metro e si fece da parte
Qualcun altro prese il suo posto, e coraggiosamente urlò
«sono una stella nera»
[…]
Quante volte cade un angelo?
‘Tis A Pity She Was a Whore
Il secondo brano è uno dei due con il parental advisory, a causa del linguaggio a tratti volgare. Risale al 2014, ma è stato riarrangiato in maniera leggermente più elettronica per questo album.
Uomo, lei mi prese a pugni come un ragazzo.
«Tieni ferme le tue mani folli», urlai
È un peccato che lei fosse una puttana
È la mia maledizione, suppongo
Lazarus
È sicuramente questo il singolo più discusso dopo la morte di David Bowie, anche a causa dello struggente video che lo accompagna. Il testo sembra infatti essere il suo testamento musicale:
Guarda quassù, sono in paradiso
Ho cicatrici che non possono essere viste
Ho il dramma, non può essere rubato
Ora tutti mi conoscono
Guarda quassù, amico, sono in pericolo
Non ho più niente da perdere
Sono così in alto che il mio cervello è un turbine
[…]
Lo sai, sarò libero
Come quell’uccello
Non è forse come me adesso?
Oh, sarò libero
Da citare, vista l’impressionante coincidenza, le parole del testo di Lazarus del gruppo progressive rock inglese Porcupine Tree: “Mio David, non preoccuparti/questo freddo mondo non fa per te/quindi appoggia la tua testa su di me/ho la forza per trasportarti. […] È tempo per te di andare”.
Sue (Or In A Season Of Crime)
Questo brano, come ‘Tis Pity She Was a Whore, risale in realtà a due anni fa e venne estratto come singolo dalla raccolta Nothing has changed . Le sue sonorità originariamente nello stile del jazz si sono modificate, ma resta comunque molto ritmato.
Sue, la clinica ha chiamato
La radiografia va bene
Ti ho portato a casa
Ho appena detto “casa”
[…]
A bordo del treno sono lontano da casa
In una stagione di crimine nessuno ha bisogno di scontare una colpa
Ho baciato il tuo viso
Girl loves me
Questa canzone è la seconda con il parental advisory; ha un ritmo lento e un testo ripetitivo in cui sono presenti molti slang. Eccone un chiaro esempio, non tradotto in italiano per non rovinarne la particolarità:
Party up moodge, ninety vellocet round on Tuesday
Real bad dizzy snatch making all the homies mad, Thursday
Popo bling to the polly in the hole by Friday
Dollar Days
Nel testo del sesto brano, Bowie pronuncia più volte “I’m dying to”, in contesti differenti. Quando la frase si trova da sola, fa un certo effetto sentirla ripetere.
Non credere neanche per un secondo che io ti stia dimenticando
Sto cercando di
Sto morendo per
[…]
Sto cadendo giù
Non c’è niente per me
Non c’è niente da vedere
Se non vedrò mai più i sempreverdi inglesi
Correrò
I Can’t Give Everything Away
I cuori in blackout, le notizie sbocciate
Con disegni di un teschio sulle mie scarpe
Non posso dare tutto
Non posso dare via tutto
Vedendo di più e sentendo di meno
Dicendo di no ma intendendo “sì”
Questo è ciò che ho sempre inteso
Quello è il messaggio che ho mandato
Ma qual è il messaggio che David Bowie ci ha effettivamente lasciato? Non è univoco, ce ne sono molteplici: in Blackstar troviamo segni della riservatezza che ha caratterizzato i suoi ultimi anni di vita, ma anche nostalgia per il passato; quel passato in cui si ritrovano tante diverse emozioni trasmesse, tanti personaggi interpretati, tanti generi percorsi (dal rock psichedelico di Space Oddity, al glam rock di “Ziggy Stardust”, al soul di Young Americans, al pop di Let’s Dance fino ad arrivare ad uno stile essenzialmente sperimentale). Quello che infine ci ha lasciato con il suo ultimo album è la sua anima in una forma che, probabilmente, non era mai stata così spoglia e, quindi, pura.