LA FERITA DELLA BELLEZZA. ALBERTO BURRI E IL GRANDE CRETTO DI GIBELLINA.

La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina

dal 23 marzo al 9 giugno 2019 nei seguenti orari:

dal 23 marzo al 31 maggio 2019
da martedì a venerdì e festivi (lunedì di Pasqua) ore 10.00 – 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30)
sabato e domenica ore 10.00 – 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30).
Giorni di chiusura: lunedì e 1 maggio

dal 1 al 9 giugno 2019
da martedì a venerdì e festivi ore 13.00 – 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
sabato e domenica ore 10.00 – 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
Giorni di chiusura: lunedì

Dopo la tappa romana l’esposizione riallestita da giugno 2019 ad ottobre 2019 al MAG Museo Alto Garda a Riva del Garda in collaborazione con il MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.

ingresso gratuito alla mostra e al museo

Informazioni

Tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
con un prestito della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

A cura di Massimo Recalcati con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi

Servizi museali Zètema Progetto Cultura

Prodotta da Magonza editore (www.magonzaeditore.it)

Con il patrocinio di Regione Lazio, Regione Sicilia, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

Con il sostegno di Broker ufficiale; PL Ferrari; A Member of the Lockton Group of Companies

La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina

Al Museo Bilotti, una rilettura del percorso dell’artista a partire dall’opera di Land Art più grande al mondo.
A cura di Massimo Recalcati

Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese
23 marzo | 9 giugno 2019

Roma, 22 marzo 2019. Alberto Burri, chiamato a realizzare un intervento per la ricostruzione del paese distrutto dal terremoto nella Valle del Belice del 1968, decide di intervenire sulle macerie della città di Gibellina, creando l’opera di Land Art più grande al mondo. Le ricopre di un sudario bianco, di un’enorme gettata di cemento che ingloba i resti e riveste, in parte ricalcandola, la planimetria della vecchia Gibellina.

La mostra, al Museo Carlo Bilotti dal 23 marzo al 9 giugno 2019, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Curato da Massimo Recalcati con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, prodotto e realizzato da Magonza editore, il progetto espositivo itinerante La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina, partendo da questo grande intervento, risale il percorso dell’artista con una selezione di lavori esemplari, letti in relazione alla poetica della ferita, tema che nell’interpretazione di Massimo Recalcati attraversa la sua intera opera, incidendo la materia, disegnando strappi, lacerazioni, crettature, bruciature, giungendo sino a declinazioni inedite che pensano ad una genesi e a un processo di carattere spirituale.

La mostra è patrocinata dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, dalla Regione Lazio e dalla Regione Sicilia, dal Comune di Gibellina e dalla Fondazione Orestiadi, con un prestito anche dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Dopo la tappa romana l’esposizione sarà riallestita da giugno ad ottobre al MAG Museo Alto Garda a Riva del Garda in collaborazione con il MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.

La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina

 

Culmine del percorso interpretativo sono le fotografie in bianco e nero di Aurelio Amendola sul Grande Cretto. Fotografo che per eccellenza ha raccolto le immagini di Burri, dei suoi lavori e dei processi creativi, Amendola ha realizzato gli scatti in due riprese, nel 2011 e nel 2018, a completamento avvenuto dell’opera (2015). Nel percorso inoltre, il video di Petra Noordkamp – prodotto e presentato nel 2015 dal Guggenheim Museum di New York, in occasione della grande retrospettiva The Trauma of Painting – filma in un racconto poetico e di grande sapienza tecnica l’opera di Burri e il paesaggio circostante.
Alcune opere uniche dell’artista, veri e propri capolavori, inoltre, estendono non solo ai Cretti ma anche ai Sacchi, ai Legni, ai Catrami, alle Plastiche e a una selezione di opere grafiche la lettura proposta dal celebre psicanalista. È una ferita che è dappertutto, che trema ovunque. Una scossa, un tormento, un precipitare di fessurazioni infinite ed ingovernabili. Come scrive Recalcati in Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina, «nei Legni la ferita è generata dal fuoco e dalla carbonizzazione del materiale ma, soprattutto, dal resto che sopravvive alla bruciatura. Nelle Combustioni, lo sgretolamento della materia, la manifestazione della sua umanissima friabilità, della sua più radicale vulnerabilità, viene restituita con grande equilibrio poetico e formale. È ciò che avviene anche con le Plastiche dove, ancora una volta, è sempre l’uso del fuoco a infliggere su di una materia debole ed inconsistente come la plastica, l’ustione della vita e della morte».

In occasione della mostra sarà realizzato dalla casa editrice Magonza un importante volume stampato su carta di pregio e di grande formato con testimonianze e ricerche inedite su Alberto Burri, la sua opera e Il Grande Cretto di Gibellina. Un nuovo testo di Massimo Recalcati raccoglierà gli sviluppi ulteriori della sua ricerca, insieme a interventi di storici dell’arte quali Gianfranco Maraniello e Aldo Iori. Sarà inoltre organizzata una conferenza ad hoc tenuta da Massimo Recalcati che sarà occasione di una riflessione ampia sull’opera di Alberto Burri e sulla mostra.