La difficile professione dell’educatore di strada tra prevenzione, accoglienza ed accompagnamento.

 

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In questo nuovo numero mi sento di condividere con voi l’importanza del mestiere dell’educatore. Troppo spesso mi è capitato di sentir ricollegare questa figuara solamente all’area infanzia (asili nido, scuole ecc). Da qui è nata la mia voglia di scrivere questo articolo, concentrandomi in particolare sull’educatore di strada, conosciuto da pochi.

Chi è : L’educatore di strada è una figura appartenente all’area sociale;  laureato in Scienze dell’educazione o materie affini

Cosa fa e con quale utenza :  svolge attività di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

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Per quanto riguarda la prevenzione primaria, egli agisce nei luoghi di aggregazione giovanile, quali ad esempio parchi, discoteche, “muretti”, avvicinando i ragazzi e attraverso un contatto quanto più “leggero” possibile ed “informale” solleva e discute con loro tematiche importanti di riflessione relative ad esempio all’educazione sessuale, alle eventuali difficoltà nelle relazioni con gli altri, problematiche scolastiche, con la famiglia…

Le azioni dell’educatore di strada, tuttavia, sono per lo più rivolte a fasce di popolazione deboli. Qui l’azione dell’educatore si traduce dunque in assistenza e recupero sociale in favore di tutte quelle fasce deboli che vivono in situazioni di degrado e di emarginazione, al fine di trovare per loro la soluzione o le soluzioni più adeguate, che in molti casi significa il tentare di indirizzarli verso  strutture di accoglienza svolgendo in questo caso la funzione di “collegamento”, egli deve possedere un’ottima conoscenza della rete dei servizi educativi, sociali e sanitari.

Tra gli obiettivi dell’educatore di strada vi è dunque: promuovere la qualità della vita, la tutela della salute, il benessere sociale, le opportunità educative e quelle di inserimento sociale e lavorativo ma anche ridurre il rischio del disagio sociale, l’emarginazione, la marginalità e la devianza.

 

Nel caso in cui la propria attività sia rivolta ai giovani, egli dovrà stabilire relazioni e contatti con la scuola, la famiglia, i luoghi d’associazione del quartiere, allo scopo di comprendere le cause che determinano le condizioni di svantaggio sociale.

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Competenze e caratteristiche nella relazione con il target : oltre agli studi pedagogico-umanistici, di fondamentale importanza è la capacità di ascolto che si traduca in un atteggiamento non pregiudiziale, di reale accettazione dell’altro. L’operatore stabilisce la relazione con l’apertura al dialogo, per cui altra caratteristica fondamentale è la disponibilità a mettere in discussione le proprie vedute.  Le relazioni non possono nè devono  mai essere simmetriche. La difficoltà sta proprio nel rispettare tale  asimmetria  ricordando la  soggettività dell’altro, delle storie e delle scelte del target.

 

Il lavorare in un “non ambiente”, rischi e difficoltà : Come già sottolineato, chi lavora in questo ambito, va incontro alle persone nel loro ambiente di vita, senza che vi sia un’esplicita richiesta d’aiuto: avvicinare chi non riconosce un bisogno o chi non vede nei Servizi una risposta non è sempre facile.  Per ultimo vorrei sottolineare come il lavorare in strada significhi trovarsi in una situazione  in cui nulla è garantito, neppure, paradossalmente, la relazione educatore-utente.

Valentina Bellezza