PER UNA IDEA DI EUROPA. IL CONCETTO DI “CITTADINANZA” ALLA PROVA DELL’INTERCULTURA

21 giugno 2017 dalle 16,30

ROMA

LUOGO: sala della “Lidu” Lega Italiana dei diritti dell’Uomo – piazza d’Ara Coeli, 12

CURATORI: M. Bianchi, S. Lipanović, M. Sammarone

COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso libero

 

SITO UFFICIALE: https://www.liduonlus.it

 

 

L’Europa è a un bivio. Sembra si stia disunendo culturalmente, economicamente, politicamente. Ogni progetto di pace, di unità, appare minacciato da ragioni populistiche di divisione. Le dinamiche globali sembrano avere innestato reazioni patologiche, circoli viziosi. Si autogenerano sempre nuove sindromi identitarie, e vengono fabbricate sotto i nostri occhi nuove barriere di esclusione sempre più sottili ed efficaci. Le malattie dell’identità sorgono quando il livello di rivendicazione supera una certa soglia da cui, senza un aiuto, non si torna indietro. Perché l’identità più rivendica più grida più s’indebolisce più si isola. L’attuale crisi non può allora essere semplice crisi economica, e nemmeno una crisi solo di carattere politico-istituzionale; l’attuale crisi deve essere crisi dell’identità europea stessa, crisi come arcipelago che è fin da sempre tale identità. È un paradosso, questo, dell’identità europea. Bene lo aveva visto, dal suo osservatorio giapponese, il filosofo tedesco di origini ebraiche Karl Löwith, nelle sue considerazioni sugli antefatti spirituali della guerra europea scritte nel 1939 e pubblicate a Tokyo l’anno dopo. L’Europa una e molteplice. Di quale identità, infatti, si parla quando si parla di identità europea? L’identità della cittadinanza presente all’interno d’una grande area che non ha mai avuto confini davvero certi, almeno a est. Eppure ciò non ha mai comportato crisi di identità della portata attuale. L’Europa è a se stessa già crisi, crisi che pure sempre si contiene, e si mantiene. L’arcipelago di terre e di pensieri che chiamiamo l’Europa è questo coabitare, le cui tensioni interne costituiscono come un pungolo per noi: esso deve essere costantemente ripensato da noi, e tenuto caro come il nostro compito, come il nostro dovere, perché esso continui ad essere quel luogo che non si appropria di ciò che riceve, ma lo accoglie e lo nutre. Il nostro dovere è quello di corrispondergli. Manchiamo al nostro dovere quando ci spendiamo nel rivendicare il diritto di avere diritti, per usare un’immagine di Stefano Rodotà che indaga la modernissima ipertrofia del soggetto. Il concetto di “cittadinanza” che ne risulta esige così di essere messo alla prova di ciò che chiamiamo qui “inter-cultura

 

 

MANIFESTO PER UNA FILOSOFIA DELL’INTER-CULTURA

Abbiamo immaginato un discorso intorno a un possibile dialogo tra le culture che sia filosofia. Qui, non si tratta di fare una filosofia della cultura (di questa o di quella cultura); nè di descrivere da un punto di vista idealmente equidistante i contenuti che caratterizzano i saperi e le pratiche in cui le varie culture si istituzionalizzano; nè si presuppone un assoluto e non criticato relativismo, per il quale tutte le culture si equivarrebbero; tutte identiche nel loro stesso differire. Ciò, naturalmente, non significa non riconoscere pari dignità alle culture altre dalla nostra. Qui non si vuole fare una filosofia della cultura, o peggio: delle culture; ma si vuole coltivare la filosofia come un esercizio di riflessione critica che non può darsi che entro questa o quella cultura; anche se la filosofia non può essere in tutto e per tutto ricondotta alla dimensione culturale; e questo proprio perché essa vuole dare forma sensibile a quella voce universale che chiama il nostro giudizio critico ad avere la pretesa (non-infondata) di valere per tutti, e non solo per qualcuno. Questa voce è la stessa voce che risuona nell’artista e nel credente, nonché nell’uomo che nella politica vede ancora un ambito (aperto e perciò rischioso) in cui ne va del suo stesso essere. Anche per questi motivi, nella pratica filosofica che apriamo cercheremo di far interferire culture le più diverse, ancorando la nostra riflessione a quello che potremmo definire un referente esemplare, spesso un’opera d’arte (nel caso del cristianesimo ortodosso eserciteremo la nostra riflessione critica sull’occasione della spiritualità delle icone, con la speranza che ciò possa dar conto di una filosofia dell’inter-cultura possibile). Quindi il nostro intento sarà in qualche modo spostato sia rispetto a quelli che si definiscono “cultural studies” – dove rientrano anche gli “studi di genere” – sia rispetto a quelli che si chiamano “studi post coloniali”. Più che un approccio di tipo storico, culturale, sociologico, economico, il nostro sarà un approccio etico-estetico, e perciò politico. Non si tratta, però, di una estetizzazione della cultura, bensì si tratta di preparare le basi per la costruzione di una cultura estetica. L’obiettivo di una filosofia dell’inter-cultura sarà quello di stemperare qualsiasi deriva estetizzante, individuando ciò che in questa o quella cultura (considerata non dal punto di vista dei soli contenuti, bensì dal punto di vista dei mezzi espressivi con cui questi contenuti sono vissuti e trasmessi) può costituirsi come nuovo e diverso valore; un valore che aggiungendosi agli altri sarà la premessa per il suo proprio trascendimento verso un universale più comprensivo, un “tutti” specialissimo, o se si vuole “terra-terra”, un “tu-tutti” su cui fondare in maniera sempre arrischiata una sintesi che sia viva e vitale, sempre aperta alle sollecitazioni dell’altro.

M. Bianchi S. Valente

 

Interventi:

Saluti – Antonio STANGO, presidente LIDU

Natale Antonio ROSSI, presidente FUIS

Discorso dell’Ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia

Damir GRUBIŠA, Cittadinanza europea e allargamento ad Est

 

lectiones magistrales – Franco FERRAROTTI, L’Europa al bivio: unione monetaria o effettiva comunità politica?Ulteriori considerazioni (riflessioni dal libro: “L’Europa al bivio, Solfanelli 2013)

Cosmo Giacomo SALLUSTIO SALVEMINI, Ritorno alla democrazia autentica, quella ateniese.Discorso sul “metodo-Pericle” (riflessioni dal libro: “La Repubblica va rifondata sulla randomcrazia”, Movimento Salvemini 2014)

 

presentazione del manifesto – Michele BIANCHI, Stefano VALENTE et al, Letture del “Manifesto per una filosofia dell’inter-cultura

 

relazioni –Svjetlana Lipanović, L’importanza dell’Europa unita per i croati all’estero

Anna ROSSI, L’Europa del dialogo

Mario SAMMARONE, L’Europa e “inter-cultura”: dalla polis greca al “patriottismo costituzionale”

 

conclusioni – Antonio STANGO, Per un’idea di Europa. Note conclusive al convegno sul concetto di “cittadinanza” alla prova dell’”inter-cultura”