FINGERE LO SPAZIO PER FERMARE IL TEMPO – Personale di Peter Demetz

FINGERE LO SPAZIO PER FERMARE IL TEMPO – Personale di Peter Demetz


Sabato 8 Settembre 2018, ORE 18.30
Museo Civico di Palazzo Elti – Gemona del Friuli (UD)
Fino al 28 ottobre 2018
10.00-12.30 e 14.30-18.00

Performance attoriale, coreutica e musicale con Fabiano Fantini, Anna Apollonio, Cabiria Lizzi e Laura Ursella. Coreografia di Marina Forgiarini – Petite école

Il secondo appuntamento del Festival Maravee Fiction riconferma la scelta curatoriale del Solo show, per affondare nel vivo e nell’intensità di una singolare poetica artistica.

FINGERE LO SPAZIO PER FERMARE IL TEMPO – Personale di Peter Demetz

Grande innovatore della scultura lignea, che ha saputo tradurre in chiave contemporanea i virtuosismi tecnici della sapienza artigianale, Peter Demetz affronta e intreccia due delle quattro sezioni entro le quali si dispiega l’intero Festival: il Tempo e lo Spazio. Temporalità e spazialità magicamente tese fra realtà e finzione, che a loro volta sollecitano una riflessione anche sulle categorie dell’Identità e della Comunità, portando sulla scena dell’arte questioni legate alla psicologia e alla sociologia.

Con dodici gruppi scultorei, Demetz narra la finzione di spazi e scene in cui la figura umana appare sospesa in un’atemporalità raffinata e introspettiva, densa di pensieri, storie, gesti, posture ed espressioni. Alla risoluzione minuziosa dei corpi e degli abiti, in cui la materia lignea narra la finzione d’incarnati e tessuti, l’artista contrappone l’astrazione dei luoghi, fondati su trabocchetti visivi e concettuali che spiazzano l’osservatore disponendolo a una narrazione in divenire.

FINGERE LO SPAZIO PER FERMARE IL TEMPO – Personale di Peter Demetz

Una narrazione che assumerà “corpo scenico” innanzi alla grande opera intitolata The Perception, esposta a marzo con grande successo alla Triennale di Milano.

Entrando nel vivo della dimensione concettuale di questo lavoro, per la prima volta l’artista sperimenta il dialogo con altri linguaggi creativi, che dal 2002 connota il format festivaliero.

Replicando in maniera speculare le posture, le espressioni e gli abiti delle tre figure scultoree, i performers suggeriranno agli spettatori il principio dell’immedesimazione nei personaggi effigiati, attraverso la recitazione di un racconto e le sonorità del violino che traccerà il sentiero sonoro di un cammino coreutico esteso alle altre sale del museo.