Chandra Livia Candiani: Ognuno è una moltitudine

Io è tanti

e c’è chi crolla

e chi veglia

chi innaffia i fiori

e chi beve troppo

chi dà sepoltura

e chi ruggisce.

C’è un bambino estirpato

e una danzatrice infaticabile

c’è massacro

e ci sono ossa

che tornano luce.

Qualcuno spezzetta immagini

in un mortaio,

una sarta cuce

un petto nuovo

ampio

che accolga la notte,

il piombo.

Ci sono parole ossute

e una via del senso

e una deriva,

c’è un postino sotto gli alberi,

riposa

e c’è la ragione che conta

i respiri

e non bastano

a fare tempio.

C’è il macellaio

e c’è un bambino disossato

c’è il coglitore

di belle nuvole

e lo scolaro

che nomina e non tocca,

c’è il dormiente

e l’insonne che lo sveglia

a scossoni

con furore

di belva giovane

affamata di sembianze.

Ci sono tutti i tu

amati e quelli spintonati via

ci sono i noi cuciti

di lacrime e di labbra

riconoscenti. Ci sono

inchini a braccia spalancate

e maledizioni bestemmiate

in faccia al mondo.

Ci sono tutti, tutti quanti,

non in fila, e nemmeno

in cerchio,

ma mescolati come farina e acqua

nel gesto caldo

che fa il pane:

io è un abbraccio.  

 

Chandra Livia Candiani

 

Pot Pourri, 1897 (oil on canvas) by Draper, Herbert James (1864-1920); 50.8×68.5 cm; Private Collection