Biblioterapia: la magia della parola.

 

Esiste un rapporto tra medicina psichica e lettura. Questa connessione è nota già dai tempi di Aristotele che era convinto che leggere potesse guarire le persone, la stessa credenza era propria degli antichi romani che fecero del leggere una vera e propria terapia.

Non stupisce dunque se oggi si va riscoprendo questa antica pratica; sto parlando della biblioterapia.

Da qualche anno è tornata anche qui in Italia l’abitudine di consigliare libri da parte dei medici della mente, ai propri pazienti come terapia da affiancare, se necessario, ad un percorso psicoterapico.

Ho scritto che è un’abitudine alquanto recente qui in Italia poichè da quando nel 1937 lo psichiatra Menninger ha cominciato a parlare di libro-terapia come tecnica nel trattamento delle malattie mentali, tale pratica è stata adottata e mai abbandonata nei paesi anglosassoni, Stati Uniti compresi, riscuotendo molto successo.

 

 

D’altronde lo stesso padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, affermava: In principio parole e magia erano una sola cosa, e perfino oggi le parole conservano molto del loro potere magico. Attraverso le parole ognuno di noi può dare a qualcun altro la massima felicità oppure portarlo alla totale disperazione; attraverso le parole l’oratore trascina il pubblico e ne determina giudizi e decisioni. Le parole suscitano emozioni e sono il mezzo con cui generalmente influenziamo i nostri simili”.

Dunque se di magia si tratta, utilizziamola per introdurre il paziente in nuovi o sopiti stati mentali.

Le patologie trattate con la biblioterapia sono da ricercarsi nei disturbi dell’umore di lieve o media entità, nei disturbi alimentari, in varie forme di dipendenza così come in chi ha subito traumi quali perdita del lavoro, lutto, fine di un amore, molto utile risulta come strumento nelle terapie che vedono coinvolti i bambini.

 

 

Personalmente non fatico a immaginare quale potere benefico derivi dalla lettura, è stata spesso per me, come credo per voi, una scialuppa di salvataggio, un sollievo e anche una casa sicura in cui accogliere e coccolare la mia anima stanca dal tran tran quotidiano.

La lettura rappresenta una sospensione dalla vita, ci immette in una situazione di silenzio mentale, antidoto all’eccessivo rumore che ci circonda; ci rende capaci di mantenere l’equilibrio in questi tempi di distrazioni continue. Lo stato che si raggiunge attraverso la lettura è simile a quello della meditazione con tutti i benefici che ne seguono.

Concludo segnalandovi uno studio riportato sulla rivista Science condotto alla New School for Social research di New York dallo psicologo Emanuele Castano.

Tale studio è arrivato alla conclusione che chi legge romanzi potenzia l’empatia.

 

 

Dalla ricerca è affiorato che i volontari a cui era stata assegnata la lettura dei romanzi avevano realizzato punteggi migliori rispetto a chi aveva letto libri di saggistica o niente, nei test di teoria della mente come, appunto, riconoscere dallo sguardo dell’altro l’emozione che lo caratterizza.

Per chi volesse approfondire l’argomento o volesse provare la biblioterapia, questo è il sito ufficiale italiano che tratta l’argomento: www.biblioterapia.it.

Elena Gullo